UI/UX series: a ogni componente la propria posizione

Con questo articolo siamo giunti all’ultimo appuntamento della serie dedicata alla scoperta del re-design della nuova UI. Un processo in corso da tempo e in continua evoluzione, guidato dal nostro desiderio di offrire una customer experience intuitiva, che faciliti l’uso della Marketing Cloud e che permetta agli utenti di ottenere il massimo dalla piattaforma.

Abitudini ed esigenze dei consumatori cambiano costantemente. I brand devono anticipare e seguire i nuovi trend e le nuove richieste. L’interfaccia, che rappresenta la prima realtà che gli utenti incontrano dopo l’accesso in piattaforma, deve di conseguenza evolvere per stare al passo con i nuovi scenari e supportare il business al massimo e in modo semplificato.

Dopo aver trattato empty state, colore, tipografia ed elevazione, completiamo il puzzle parlando di struttura.

UI/UX #5 cover

Strutture/Layout

Il layout è un disegno tecnico che favorisce la consistenza e l’uniformità nella composizione degli elementi e del contenuto, garantendo un’esperienza di lettura ottimale all’interno di un prodotto digitale.

Principi

Un layout efficace rispetta una serie di dogmi, riportiamo quelli più significativi per il nostro progetto:

  • la regola dei terzi
  • la sezione aurea
  • lo Z-Layout
  • il Zig-Zag Layout.

 

Regola dei terzi

La regola dei terzi è un principio utilizzato per secoli dai pittori ed è tuttora molto diffusa nella composizione fotografica. Secondo questa regola, allo spazio di progettazione va idealmente sovrapposta una griglia che divide l’area in tre parti uguali, sia orizzontalmente che verticalmente, in modo da ottenere nove sezioni. Nella progettazione di un’interfaccia digitale questa divisione fa da guida durante la disposizione dei contenuti con l’obiettivo di favorire una rapida scansione della pagina ed evitare che i contenuti siano disposti in modo troppo uniforme perdendo così la gerarchia visiva.

UI/UX #5: rules

 

Sezione aurea

La sezione aurea è la rappresentazione figurativa del numero aureo, ossia un numero irrazionale (che non termina mai) che equivale circa a 1,6180339887 ecc…e che si fa coincidere con 1,618. Difficile da spiegare senza entrare troppo in dettagli tecnici, proviamoci. In pratica corrisponde al rapporto fra due lunghezze disuguali dove la maggiore è medio proporzionale tra la minore b e la somma delle due (a + b). Dunque, se l’altezza è pari a 1, la base sarà 0,618. Per chi fosse interessato ad approfondire, rimandiamo a Wikipedia.

Noi ci teniamo a segnalarla perché è uno degli strumenti che guida la finalizzazione dei layout che abbiamo scelto per la nostra interfaccia di piattaforma. Utilizziamo infatti questa proporzione matematica in affiancamento alla regola dei terzi per bilanciare, proporzionare e armonizzare i contenuti.

UX/UI #5: golden ratio

 

Z-Shaped Layout

Lo Z-Layout è una soluzione che se applicata correttamente sfrutta al meglio una pratica molto comune tra gli utenti: non soffermarsi su una singola frase ma procedere con una rapida scansione finché non si trova l’elemento che attira la loro attenzione. Lo Z-Layout segue un percorso visivo da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso, formando un’ipotetica Z con il fine di collocare al meglio i contenuti. È una soluzione che conduce l’utente lungo un’acquisizione costante di informazioni che generalmente culmina con il compimento di un’azione.

UI/UX #5: z-shaped layout

 

Zig-Zag Shaped Layout

Il Zig-Zag Layout è un’estensione dello Z-Layout. A differenza del primo che prevede un unico grande movimento che segue la forma di una Z, nel Zig-Zag Layout si hanno una serie di Z-movimenti. Il vantaggio di questa soluzione è che si conduce l’utente in un viaggio in cui è possibile, ad esempio, spiegare in modo sequenziale e con uno storytelling tutte le funzionalità e peculiarità di un prodotto digitale.

UI/UX #5: zig-zag-shaped layout

 

Dalla teoria alla pratica

Di seguito vi proponiamo alcuni esempi di strutture che sono una concreta rappresentazione – ma non solo – dei principi visti sopra. Si tratta di strutture predefinite a priori, scalabili e modulari e sono l’espressione di quanto abbiamo applicato nel re-design dell’interfaccia della Contactlab Marketing Cloud.

Shell Structure

UX/UI #5: shell structuredÈ costituita da un application’s header (H), da una application’s sidebar (S) sul lato sinistro e da una main content area (C). Quest’ultima è l’unica porzione di layout che cambia con una certa frequenza sulla base del contenuto che si propone di mostrare. L’application’s header e l’application’s sidebar si estendono per tutta l’area rispettivamente in orizzontale e in verticale.

 

Golden Structure

In questa struttura la pagina è divisa in due aree con diversa larghezza, dove è maggiormente visibile l’applicazione della sezione aurea. Rendendo la larghezza della pagina una costante, la si può dividere con φ (1,6180339887) ottenendo in questo modo la dimensione dell’area maggiore. Sottraendo la risultante con la costante definita otteniamo la dimensione dell’area minore.

Ad esempio, prendiamo una larghezza 1024px totale. Se la divido per 1,618 (pi greco – φ) il risultato è la misura dell’area maggiore (contenuto della pagina) il resto è l’area minore (spazio per eventuale sidebar):

  • 1024 : 1,618 = 632 px (area maggiore/ contenuto principale)
  • 1024 – 632 = 392 px (area minore / sidebar)

UI/UX #5: golden structure

Content’s Structures

All’interno delle application’s structures è sempre presente una main content area che, a seconda del contenuto, può essere di quattro tipi:

  • Wide: è un’area utile e versatile
  • Double column: è una area divisa in due parti uguali
  • Three column: è un area divisa in tre parti uguali
  • Collections: è una area che ospita al suo interno degli elementi disposti su una griglia

Tutte queste strutture sono prive di larghezza fissa e si espandono all’interno della main content area degli application’s structure.

UI/UX #5: content's structure

Quindi

Una delle definizioni disponibili in letteratura e applicabile al nostro contesto, cita: “Layout: Nell’editoria e nei programmi informatici, impaginazione di un testo e collocazione dei vari elementi grafici”. Si tratta di una definizione decisamente semplificata ma comprensibile, che nasconde un lavoro di progettazione complesso ma che ha l’obiettivo di raggiungere un risultato invece semplice.

Nella creazione della nuova interfaccia, siamo partiti proprio dall’obiettivo che volevamo raggiungere: una esperienza cliente intuitiva e di successo. Da qui il nostro impegno nel considerare ognuna delle caratteristiche viste nella serie e gestirle nella direzione di rendere la visualizzazione piacevole, la navigazione facile e l’uso della piattaforma immediato.

Siamo consapevoli di non aver toccato ogni punto e ogni dettaglio come avrebbero meritato. I temi da trattare sarebbero tanti…abbiamo però la certezza che la nuova UI parla da sola.

Per qualsiasi suggerimento, contattaci.

 

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Una reputazione e-mail coi fiocchi per una deliverability ai massimi livelli!

Domain Authentication: limiti e sviluppi

A new message!L’autenticazione del dominio del mittente è sempre più importante nel mondo della e-mail. Minacce quali domain spoofing, phishing e spear phishing hanno incoraggiato lo sviluppo di strategie di autenticazione più rassicuranti per i brand. Protocolli quali SPF – Sender Policy Framework e DKIM – DomainKeys Identified Mail, da soli iniziano a presentare alcuni limiti nel contenimento della problematica. Così diventa necessario prendere in seria considerazione l’opportunità di affiancare a questi nuovi metodi di controllo, in primis DMARC.

Perché DMARC?

Basato sull’utilizzo di SPF e DKIM, DMARC ne estende il valore:

  • per salvaguardare la reputazione dei brand e dei suoi clienti
  • per proteggere il business
  • per supportare il processo di adesione al GDPR

Inoltre DMARC porta benefici alla tua deliverability. É ormai un fatto conclamato che l’adozione di DMARC con policy restrittiva influenza positivamente lo score dei maggiori mailbox provider, a partire da Gmail che lo suggerisce esplicitamente nelle bulk senders guidelines.

Una policy DMARC restrittiva è necessaria inoltre per l’implementazione del BIMI – Brand Indicators for Message Identification – ovvero la possibilità di mostrare il logo ufficiale del brand nella inbox. BIMI è adottato attivamente da Verizon (Yahoo!, AOL) e sarà implementato nei prossimi mesi da Gmail e Microsoft.

SPF e DKIM

Con SPF si intende il protocollo di autenticazione delle e-mail basato sull’IP di provenienza. SPF è un record DNS del dominio mittente e contiene il riferimento di tutti gli IP abilitati a spedire e-mail. Se il servizio di ricezione delle e-mail riconosce l’IP come valido, la e-mail è inoltrata alll’inbox del destinatario. In caso contrario, la comunicazione è etichettata come spam. In poche parole quindi certifica che l’IP in esame è realmente autorizzato a spedire e-mail e non vi è invece stato un utilizzo inappropriato. La validazione del record SPF avviene sul dominio di envelope from e non su quello visibile al lettore della e-mail.

DKIM signature è invece una firma crittografica che garantisce l’integrità del messaggio sin dal momento in cui viene spedito, e fino alla ricezione da parte del mailbox provider. I brand possono quindi firmare le loro e-mail con il nome del loro dominio e garantire al mittente l’integrità del contenuto del messaggio firmato. Ad esempio in Send, la DKIM di default è contactlab.it. Questo garantisce che tutte le e-mail spedite da Send siano firmate correttamente con un dominio che vanta una buona reputazione.

SPF e DKIM sono requisiti fondamentali per legittimare il sender domain ma sempre più spesso possono non bastare ed essere per esempio soggetti a falsi positivi. In alcuni casi, i controlli SPF e DKIM potrebbero evidenziare problemi anche in contesti totalmente legittimi. Si pensi a quando una e-mail è inoltrata oppure veicolata tramite una maling list.

Cosa succede in questi casi? Quando il controllo SPF o DKIM fallisce, il receiver mailbox provider – MBP ha la facoltà di interpretare e decidere autonomamente se il messaggio è legittimo e quindi innocuo, oppure potenzialmente dannoso per l’utente della mailbox.

Ed è qui che entra in gioco DMARC – Domain Based Message Authentication, Reporting and Conformance, un protocollo grazie al quale il brand mittente può stabilire e indicare al mailbox provider come distinguere i falsi positivi dalle minacce di spoofing e phishing e quali azioni intraprendere in ogni evenienza possibile.

Come funziona DMARC

DMARC è un sistema di notifica grazie al quale il brand mittente acquisisce visibilità sul traffico del proprio dominio. Di fatto, oltre a segnalare il risultato del check su SPF e DKIM, questo metodo quando implementato crea un collegamento tra il dominio visibile al lettore (header FROM – RFC 5322) e i domini tecnici (Envelope From domain RFC 5321 e DKIM domain).

Se il dominio visibile – from – è uguale al dominio SPF o DKIM, allora si verifica il DMARC Alignment ossia la condizione di allineamento che permette alla e-mail di essere recapitata correttamente.

 

DKIMFig. 1: Contactlab applica una DKIM collegata al dominio contactlab.com alle sue e-mail di servizio

 

Nel caso invece che DMARC rilevi un disallineamento tra i domini, è il brand a indicare al mailbox provider receiver come ad esempio Gmail, Microsoft, Yahoo!…, come gestire la e-mail non allineata. E lo fa utilizzando una logica di severity progressiva in cui si richiede al MBP di:

  • p=none → non applicare policy e quindi non intraprendere azioni specifiche sulle e-mail in errore
  • p=quarantine → mettere la e-mail non allineata in spam
  • p=reject → rifiutare la e-mail

Si noti che le policy sopra esposte influenzano anche BIMI, in particolare i requisiti per attivarlo sono:

  • Policy DMARC quarantine oppure reject
  • Record DNS BIMI e logo compatibile
  • Good domain reputation

Appare immediato che con il diffondersi di DMARC sia sempre più richiesta la personalizzazione del domino della DKIM e il suo allineamento con il dominio o un sottodominio del mittente.

Detto questo, cosa offre Send?

Per consentire di trarre vantaggio dai benefici offerti dall’adozione DMARC, Send fornisce gli strumenti per ottenere la piena aderenza ai requisiti che impone.

In particolare è possibile gestire su un unico account Send, DKIM personalizzate su base dominio, garantendone l’allineamento con i domini mittenti del brand.

In questo modo, il brand può utilizzare domini diversi per newsletter differenti (mailing di prodotto, comunicazioni commerciali, ecc), essere sempre conforme a DMARC e assicurarsi il massimo livello di deliverability.

Per conoscere i requisiti dell’attivazione multi-DKIM, contatta il tuo referente Contactlab o il Servizio Clienti. Inoltre, il Team Deliverability di Contactlab è a disposizione per la corretta implementazione della policy DMARC, con competenze tecniche e strategiche.

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UI/UX series: Luci e ombre che illuminano l’interfaccia

Empty state, colore, tipografia,…piano piano il mosaico si compone e scopriamo tutto sul nuovo design scelto per la piattaforma Marketing Cloud. É il turno della elevazione.

UX/UI series #4

L’elevazione

Uno dei principi del nostro linguaggio visivo è quello di avere uno spazio tridimensionale all’interno del quale gli elementi possono essere disposti e spostati. Sullo schermo accade proprio come nel mondo fisico: occorre considerare che i vari elementi hanno proprietà da rispettare quando si decide come inserirli nel disegno più ampio.

Possono essere affiancati, sovrapposti o posizionati in una sequenza a nostro piacere ma non possono attraversarsi. É per esempio importante ricordare che gli oggetti proiettano ombre e riflettono la luce. Quindi quando si sceglie come utilizzarli, occorre tenere bene a mente gli effetti che possono produrre e fare attenzione che il risultato non sia confusionario e poco chiaro.

Tutti accorgimenti e principi che abbiamo adottato nel progetto di re-design dell’interfaccia della piattaforma, immaginando e creando un modello applicabile in modo coerente in tutto il nostro sistema.

Piani di elevazione

L’elevazione è la profondità relativa, o distanza, tra due superfici lungo l’asse Z. Se prendiamo uno schermo come esempio, l’asse Z occupa lo spazio virtuale verso la parte anteriore e posteriore. Il piano rappresentato dallo schermo ha un sistema di coordinate X, Y, con 0,0 in alto a sinistra. Tuttavia, l’elevazione Z è rappresentata da una linea immaginaria che punta verso l’utente, mentre -Z è la linea nella direzione opposta, dietro il piano dello schermo.

L’elevazione di un elemento è rappresentata visivamente da un’ombra, che è l’unico indicatore che aiuta l’utente a percepire l’elevazione spaziale tra più superfici. Le ombre forniscono importanti indizi visivi sulla profondità degli oggetti e sul loro movimento.

L’elevazione di un oggetto determina l’aspetto della sua ombra.

Elevation Levels

Ombra

Ogni livello di elevazione proietta lo stesso tipo di ombra sul piano sottostante. Ciò significa che due elementi sullo stesso piano di elevazione proietteranno ombre con le stesse caratteristiche.

Abbiamo definito le ombre per ogni livello di elevazione, quindi sono distinguibili l’una dall’altra e comunicano un’impressione corretta di profondità, se confrontata con ciò che sperimentiamo nel mondo reale.

Shadow

Alcuni esempi di utilizzo

Prospetti predefiniti

Alcuni elementi hanno un livello di elevazione predefinito o dinamico, che non deve essere modificato in alcun modo.

  • Do: se il componente dell’interfaccia ha un piano di elevazione predefinito, questo non dovrebbe essere modificato affatto. Gli snippet elencati sopra devono essere utilizzati solo in casi specifici.
  • Don’t: non alterare l’elevazione dei componenti quando è già definita.

do_dont

Elementi sullo stesso livello

Gli elementi sullo stesso livello di elevazione non possono sovrapporsi. È importante mantenere una gerarchia di elevazione all’interno della quale l’elemento più alto si trova posizionato sopra quelli inferiori.

  • Do: quando gli elementi elevati si sovrappongono, le priorità devono essere gestite in modo che il livello di elevazione inferiore sia visualizzato sotto quello superiore.
  • Don’t: non sovrapporre elementi con un livello di elevazione inferiore. Questi elementi possono essere affiancati ma non sovrapposti.

do_dont

Quindi

Potremmo dire molto altro e fare tanti altri esempi sul tema elevazione e sulle buone pratiche. Quello che emerge da questa breve introduzione e vogliamo sottolineare è l’importanza di interpretare i principi dell’elevazione e applicarli non dimenticando l’impatto che hanno sull’occhio e sulla navigazione dell’utente.

La posizione e le opzioni di movimento degli elementi nello spazio sullo schermo, contribuiscono ad arricchire e facilitare l’esperienza degli utenti nell’uso della nostra interfaccia. Abbiamo creato un luogo virtuale ordinato, pulito e gradevole da navigare per rendere piacevole l’utilizzo della Marketing Cloud e ridurre l’abbandono della sessione.

Ma non è ancora finita! Ci aspetta ancora qualche sopresa per scoprire perchè la nuova UI è stata pensata e realizzata così come la vedete oggi. Stay tuned!

 

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CDP series: Activation

CDP series Activation

Avete già sentito parlare di Customer Activation Strategy? La definizione che va per la maggiore tra gli esperti propone spunti interessanti per chi si occupa di marketing e deve costruire e finalizzare comunicazioni rivolte ai clienti per aumentarne l’engagement o incrementare le vendite.

Consiste infatti nell’utilizzare tutti i dati resi disponibili dalla CDP per identificare le azioni di marketing più efficaci per ogni cluster e rendere i clienti piu’ attivi verso il brand, con interazioni sempre piu’ frequenti e di maggiore valore –  siano esse acquisti, sottoscrizioni, donazioni, …

Ti stai chiedendo perchè ne parliamo proprio ora? Perchè il cuore della Contactlab Marketing Cloud, ossia la Customer Data Platform, può affiancarti nella realizzazione di queste attività,

  • Raccogliendo le informazioni in profili.
  • Utilizzando e attivando i dati.
  • Automatizzando le azioni verso target specifici.
  • Generando un impatto positivo.
  • Con esecuzione e risultati nel più breve tempo possibile.

Benvenuto allora al quinto appuntamento delle series sulla CDP di Contactlab.

Activation

Dopo avere visto insieme come creare e arricchire profili e il potenziale offerto da strumenti di segmentazione avanzata, capiamo come usare i dati. Parliamo di Activation.

Per chi come noi si occupa di CDP, Activation consiste nel partire dai segmenti per disegnare ed eseguire campagne marketing. Campagne che devono il loro successo ad alcune componenti su cui il marketeer deve agire, considerando il proprio obiettivo ma anche che le necessità e le aspettative dei clienti siano soddisfatte. Bisogna personalizzarle.

Le componenti della fase dell’activation sono fondamentalmente tre:

MessageContenuto: un messaggio ritagliato sulla conoscenza del cliente, sui desideri, sulle preferenze, sui dati socio-demografici, colpisce maggiormente nel segno rispetto a una comunicazione generalista e impersonale. E il contenuto non è solo parola – o sostanza – ma anche forma. Una email con tutti gli elementi e gli spazi distributi e utilizzati correttamente, o con immagini e video accattivanti, invoglia il cliente al click, a entrare nel vivo della relazione e iniziare la sua avventura magari sul portale ecommerce;

 

TimingTempistica: una email ricevuta al momento giusto ha aperture e click rate superiori. Il tempo può essere l’istante della giornata oppure nel ciclo di vita del cliente. Il primo è semplice, vediamo il secondo. Se per mesi ho acquistato latte artificiale, verosimilmente dopo un anno mio figlio non ne farà più uso. Come reagisco se il brand continua a inviarmi comunicazioni inerenti un prodotto di cui non ho più necessità? Conoscere il cliente significa capire che è arrivato il momento di promuovere altri prodotti che lo seguano, e che seguano le sue mutate esigenze;

 

Channel Canale: oggigiorno l’importanza del multipiattaforma e del multicanale nelle attività di comunicazione con i clienti è un dato di fatto. Un brand affinchè risulti vincente, deve prevedere di interagire su tutti i canali di contatto, scegliendo per ogni ciente quello o quelli preferiti. Senza sottovalutare la possibilità che alcuni possano essere attivi su più fronti contemporaneamente, motivo per cui è necessaria un’armonizzazione delle attività sui vari canali per garantire coerenza nei messaggi e al fine di proporre un’offerta integrata e piani marketing.

 

Contactlab affianca i brand con una combinazione di servizi e tecnologie in grado di gestire la personalizzazione di contenuti, tempistiche e canali.

 

Contenuto, tempistica, canali

Trattare di contenuti significa vedere come creare comunicazioni e va a braccetto con i canali di contatto.

> Per raggiungere i tuoi clienti puoi affidarti all’SMS che secondo recenti ricerche, risulta essere un canale ancora molto efficace con tassi di apertura superiori al 98%. Addirittura nel 90% di questi casi, si rileva che siano aperti entro tre minuti dal recapito (fonte Forbes) e il 74% di coloro che lo legge, poi interagisce con il brand (fonte SMS Advantage Report). Continua quindi a essere una valida soluzione sia come invio singolo sia inserito in un piano di contatto più complesso. Affidati agli SMS concatenati per non limitare la lunghezza del testo o usa i caratteri speciali UCS-2 per veicolare i tuoi messaggi in tante lingue moderne. Pianifica l’invio a segmenti puntuali o utilizza questo canale nei customer journey. La scelta è ampia, affidarsi a dei professionisti può aiutare a non lasciare alcuna strada non esplorata.

> Quando si parla di email, la scelta dell’HTML editor deve essere fatta bilanciando l’esigenza creativa verso la semplicità d’uso. Occorre valutare quali siano le esigenze specifiche al fine di creare email accattivanti e di successo. Nella maggior parte delle situazioni, sbilanciarsi verso l’area creativa significa collaborare con un team di esperti – spesso società esterne – che mette a disposizione strumenti più sofisticati che richiedono conoscenze anche tecniche approfondite non reperibili all’interno dell’organizzazione. Se invece si predilige l’usabilità tanto voluta e desiderata dai brand negli anni per aumentare la propria autonomia, il drag and drop e la semplicità – che il più delle volte si traduce in una ricerca di editor che non richiedono competenze specifiche – sono ciò che fa pendere l’ago della bilancia. In ogni caso, qualsiasi sia la soluzione preferita, il valore aggiunto arriva da piattaforme dotate di editor integrato in modo che l’HTML sia richiamabile dall’interno dell’applicazione e non sia necessario aprire altro esternamente, per procedere. Oltre ovviamente alla possibilità di utilizzare la comunicazione ottenuta sia per invii one-shot che per audience selezionate oppure al momento opportuno, in automazioni predefinite.

> Esistono poi le notifiche push. Grazie a webhook che facilitano lo scambio di informazioni, ora è possibilie interagire con software pensati apposta per questo tipo di invio. Quando un evento viene registrato, una notifica è inviata al sistema esterno in modo del tutto trasparente e la comunicazione spedita automaticamente.

Insomma, l’elenco potrebbe continuare. Quello che importa è avere chiaro fin dal principio cosa volete ottenere in modo da capire cosa occorre costruire e dotarsi di piattaforme in grado di seguirvi nel vostro percorso.

Tempistica. Una focalizzazione sulla tempistica nasce dal fatto che il cliente oggi è sempre più sofisticato, ha aspettative elevate riguardo la qualità della relazione che il brand vuole creare e mantenere proprio con lui. Lo cercano in tanti e ha l’imbarazzo della scelta: deve capire dove rivolgere le proprie risorse. Ed è qui che entra in gioco il tema della marketing automation. Come dicevamo in un precedente articolo della series, è ormai terminata l’era della mass mailing – o meglio, non è più l’unica e sicuramente la scelta più azzeccata per ogni situazione, indistintamente. Occorre creare journey per i tuoi clienti in cui anticipi e segui le loro necessità, la azioni, le preferenze per riuscire a catturare sempre la loro attenzione. Perchè è proprio al singolo che riesci a rivolgerti e questo il cliente lo percepisce. E per fare questo diventa vitale la disponibilità dei dati in profili unici dove raccogli tutte le informazioni che lo riguardano aggiornate in tempo reale, riuscendo anche a prevedere comportamenti o trend.

Tutto questo lo puoi trovare nella Customer Data Platform firmata Contactlab.

 

I benefici della Contactlab Marketing Cloud per l’activation

  • Creare comunicazioni in modo semplice e autonomo.
  • Disegnare journey differenziati e su misura.
  • Comunicare in tempo reale e automatico, o nel momento più opportuno.
  • Instaurare rapporti individuali.
  • Migliorare la customer experience.
  • Aumentare l’engagement.

Il tutto nel rispetto della normativa in ambito GDPR.

 

E adesso?

Contattaci per conoscere la nostra CDP. Contactlab può diventare il tuo partner dallo studio e dalla ideazione delle tue campagne di customer activation fino all’esecuzione, al monitoraggio dei risultati e all’analisi. Per imparare dalla tue attività, per imparare dei tuoi clienti.

 

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UI/UX series: Una visione piacevole grazie alla tipografia

Dopo empty state e colore è il turno oggi di tipografia e scala modulare. Comporre tipograficamente le diverse pagine dell’interfaccia significa disporre tutti gli elementi che ci interessa inserire, in modo chiaro, piacevole da vedere, leggibile e attrattivo…in una parola armonico.

Abbiamo quindi riservato la giusta attenzione anche a questi aspetti nel re-design delle UI della Marketing Cloud, tenendo sempre in mente l’obiettivo ossia la creazione di un’esperienza utente efficace e di successo.

 

Tipografia e scala modulare

mytype UI/UX series #3

In generale, gli elementi di testo e la tipografia svolgono un ruolo fondamentale nel trasmettere informazioni da un punto all’altro della UI. Occorre quindi modellare l’esperienza di un utente fino a questo livello per sfruttarne al massimo il potenziale.

Nel nostro caso, come spesso accade, la sfida principale è stata riuscire a stabilire in anticipo come usarli. Ogni elemento in base a come utilizzato, può comunicare messaggi ed emozioni differenti. Occorre conoscere fin dalla progettazione quanto si vuole far leva su questi aspetti. Potrebbero rappresentare anche fino all’85-90% di una specifica schermata. Per noi in alcune aree, è così.

La tipografia rappresenta spesso uno degli aspetti prioritari di cui occuparsi: deve lavorare in armonia con tutti gli altri componenti dalle icone ai controlli dell’interfaccia utente. La sua forma ad esempio, influenza molti altri elementi strutturali apparentemente distaccati, come spaziatura e griglie. Abbiamo quindi dovuto riflettere molto su queste aree chiave.

 

Scelta del carattere tipografico

Ci sono molte considerazioni da fare prima della scelta di un carattere tipografico, specialmente se destinato come per noi, all’uso web ossia sullo schermo. In alcuni casi si rende necessario lavorare con i team di marketing per valutare se adattare le scelte tipiche del brand anche ad altri sistemi come il nostro.

I caratteri tipografici possono infatti diventare un punto di unicità e riconoscimento e aiutare a trasmettere il tono e la personalità giusta durante le esperienze digitali degli utenti. Si potrebbe ricorrere a un carattere più leggibile che apparirà a dimensioni inferiori. Se però le prestazioni sono un obiettivo critico, molti sistemi di progettazione sfruttano stack di font nativi di sistema per piattaforme diverse in modo da evitare il caricamento di font Web.

Insomma le variabili, o forse le priorità, da considerare sono molte, noi abbiamo provato a mantenere il giusto equilibrio tra:

  • personalità
  • prestazioni
  • leggibilità sullo schermo.

Il linguaggio visivo che abbiamo adottato è un moderno sans-serif Montserrat.

 

Adoriamo la semplicità geometrica delle lettere, in particolare le maiuscole. Montserrat funziona molto bene in tutte le sue caratteristiche sia con caratteri e segni molto piccoli che con un x-height maggiore, e ha decisamente più carattere di un Arial o un Helvetica.

È importante sottolineare che Montserrat è rilasciato con licenza Open Font SIL, rendendolo software gratuito dal punto di vista della Free Software Foundation.

 

Scala modulare

Perchè? Progettare con le scale modulari è un modo per prendere decisioni coscienti e importanti riguardanti le misure sul web. Le scale modulari sono un efficace strumento da usare nel responsive design e nei sistemi basati sulle griglie, a cui non sono in contrapposizione.

Nel nostro progetto, ci hanno fornito una valida alternativa rispetto al costruire nostre composizioni con i limiti della viewport e ci continuano ad aiutano nell’ottenere un’armonia visiva che non troviamo nelle composizioni che usano numeri arbitrari, convenzionali o facilmente divisibili.

Per esempio, abbiamo previsto almeno sei livelli di titoli (da h1 a h6), anche se non sappiamo se saranno utilizzati tutti.

UX/UI series #3

Le scale modulari si basano su un insieme di numeri che si collegano tra loro in una relazione armoniosa. In una serie di Fibonacci, ad esempio, ogni numero è il risultato di due numeri precedenti sommati insieme. Se la dimensione della base è 16 px e si desidera scegliere le intestazioni in base alla sezione aurea, la scala delle dimensioni include 16, 26, 42, 68, 110, 178 e così via.

Quindi

Tutto questo perchè? É immediato comprendere l’impatto della tipografia sull’occhio dell’utente. Una pagina ben organizzata, con tutti gli elementi concepiti e distribuiti in modo proporzionato e ordinato diventa gradevole da navigare. La possibilità che l’utente abbandoni la sessione a causa della poca chiarezza è notevolmente ridotta.

Nei prossimi appuntamenti continueremo a scoprire perchè la nuova UI è stata pensata e realizzata così come la vedete oggi. Stay tuned!

 

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Il meglio del 2019 della Marketing Cloud!

Il 2019 si è appena concluso ed è giunto il momento dei bilanci. Tra le numerose novità che ci ha offerto la piattaforma, abbiamo provato a selezionare le principali. Scorriamole insieme…non necessariamente in ordine di importanza.

Se anche tu vuoi subito approfittare di tutto questo e molto altro, contattaci e approfondiremo come la tecnologia e gli esperti Contactlab possano essere la chiave del successo per il tuo business!

 

Identità rafforzata con un nuovo design system

TopTen DesignLe parole che hanno guidato il re-design della piattaforma sono state riconoscibilità, identità e coerenza. Anche l’occhio vuole la sua parte e la comunicazione visiva è una variabile estremamente importante. Il design è la prima cosa con cui l’utente interagisce quando accede. Vedendo una qualsiasi schermata, chiunque deve riconoscerla immediatamente e ricondurla al brand. Abbiamo lavorato affinchè si rafforzasse il concetto di identità unica, chiara e condivisa da ogni elemento utilizzato.

 

Una nuova interfaccia utente nel segno della usabilità 

Gli analisti sostengono che 4 utenti su 5 non sono soddisfatti dell’esperienza che i brand offrono loro. Il nostro obiettivo è quello di far vivere ai clienti, la migliore esperienza di interazione possibile quando utilizzano la piattaforma. Così è nata la nuova UI della Marketing Cloud. Un’area di lavoro unica, mobile-responsive, che migliora l’integrazione tra le varie funzionalità e favorisce la navigazione con un menù laterale, in semplicità e senza cambiare applicazione.

 

Un’organizzazione dei dati più flessibile per creare la visione del customer migliore per il marketing

TopTen CDP

Il cuore della Marketing Cloud è quella che anche Gartner chiama, una Customer Data Platform. Una tecnologia capace di abilitare i brand a integrare i dati dei clienti provenienti da diversi canali, in profili unici e secondo le loro necessità. Dati anagrafici, comportamentali e predittivi che producono una visione unica a 360° di ogni cliente, pronti per essere elaborati, attivati o analizzati. E questo anche in caso di organizzazioni dove convivono team che gestiscono in modo autonomo customer base distinte. L’arrivo del nodo aggregato ti permette di superare silos informativi e creare campagne e journey veramente multicanale, ancora più personalizzate, con tempistiche precise e con targeting efficace.

 

Non è più sufficiente leggere i dati, occorre analizzarli e correlarli fra loro

TopTen Analysis&ReportsSpesso i dati ti raccontano storie che a prima vista non puoi vedere. Bisogna esplorarli, metterli in correlazione e scoprire nuovi significati e nuove informazioni per conoscere sempre meglio i tuoi clienti, monitorare da vicino le campagne per migliorarne l’efficacia, e prendere cosi decisioni strategiche accurate. Puoi scoprire ad esempio quale attività ha maggiormente influenzato il tuo business o quale segmento si è dimostrato più efficace. O ancora puoi affidarti a esperti di data intelligence per capire insieme come trasformare i tuoi dati in informazioni inaspettate ma significative.

 

Creare email è diventato un gioco da ragazzi con Email Designer

La piattaforma si è arricchita di un nuovo editor per la creazione di email, ancora più intuitivo e veloce, disponibile agli utenti di piattaforma in modo del tutto gratuito. Puoi iniziare da uno dei template nella libreria o partire da zero. Puoi condividerli con le aziende del tuo brand e usarli nelle tue pianificazioni o nei journey dei tuoi clienti. Puoi fare tutto da solo o affidarti ai nostri esperti. La parola d’ordine è semplicità. Accedi all’editor e inizia a disegnare template mobile-responsive, sfruttando tutta la facilità che il drag & drop ti offre.

TopTen: ED


Una personalizzazione estrema dei customer journey: multicanale, in tempo reale, dai contenuti individuali. In poche parole 1-to-1

TopTen: Marketing AutomationLe chiavi del successo nel customer engagement sono le esperienze indimenticabili che si possono ottenere grazie ad attività marketing sempre più contestuali e personalizzate. Facendo affidamento sulla profonda conoscenza di ogni destinatario, la Marketing Automation di Contactlab ti permette l’orchestrazione dei singoli step dei journey in modo semplice e veloce. Decidi chi indirizzare e su quale canale raggiungerlo, come personalizzare i campi dinamici e arricchire i profili con le nuove informazioni raccolte durante il viaggio insieme.

 

Integra i tuoi sistemi con la Marketing Cloud, in pochi click

TopTen integrazioni

Gestire i dati dei clienti in ambienti differenti non esclude la possibilità di farli parlare tra loro. Grazie alla disponibilità di API, SDK e plug-in è possibile connettere facilmente e velocemente i tuoi sistemi con la Marketing Cloud e permettere così l’integrazione delle funzionalità da usare sulla stessa customer base.

 

E il 2020 sarà ancora più elettrizzante!

Abbiamo in serbo tante novità per l’anno appena iniziato. Sappiamo che la vera sfida dei brand è comunicare con i propri clienti in modo veramente personalizzato. Seguirli su tutti i canali di contatto senza compromettere la loro esperienza, raccogliere in tempo reale la montagna di dati e informazioni che disseminano ogni giorno, su comportamenti e preferenze e renderli realmente utilizzabili per relazioni di fiducia e durature. Contactlab può essere al tuo fianco con una combinazione di tecnologia e servizi in grado di fare la differenza nel customer engagement! Contattaci subito.

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Una interfaccia nel segno della usabilità: nascono le funzionalità

Ci siamo lasciati solo pochi giorni fa con l’ultimo tasello della nuova UI della Marketing Cloud. I lavori però non si sono fermati e continueranno anche durante tutto il periodo natalizio!

Insieme al nuovo anno, Contactlab ha previsto tante novità che renderanno la tua esperienza con la piattaforma, davvero unica. E siccome non vediamo l’ora, ecco qualche anticipazione.

 

Una interfaccia nel segno della usabilità

Una delle motivazioni che ci hanno spinto a ripensare il design della Marketing Cloud è rendere la navigazione fra i vari moduli, più semplice. In questa direzione si è già mossa la prima versione della nuova interfaccia, quella che stai usando ora. É caratterizzata da alcuni importanti elementi che la rendono intuitiva e facile da utilizzare.

  • Un menù laterale sempre disponibile per muoversi fra i moduli senza dovere aprire nuove finestre di lavoro.
  • L’azienda che segue l’utente e quindi spostandosi nei diversi moduli, l’azienda attiva non cambia.
  • É ottimizzata per l’uso su tablet in modo da adattarsi dinamicamente a diversi formati e permettere l’uso anche in mobilità.
  • É dotata di un widget dedicato all’utente in cui sono raggruppate tutte le funzionalità proprie del tuo account.
  • Fornisce messaggi di supporto incorniciati in una grafica fresca e moderna per guidarti nel tuo viaggio nel cloud.
  • Trovi in un unico punto la configurazione delle impostazioni di tutti i moduli.

Un sacco di ingredienti che rendono già l’interfaccia, qualcosa di speciale. E i prossimi rilasci avranno di nuovo un enorme impatto sulla tua esperienza di navigazione all’interno della piattaforma. Un’evoluzione che porta la Marketing Cloud a dei livelli superiori con benefici per chi come te, si trova a usarla ogni giorno.

Non più moduli ma funzionalità

Come rendere ancora più intuitivo qualcosa che lo è già? Abbiamo pensato di intervenire sul menù di navigazione e sostituire i nomi dei moduli, con qualcosa di più immediato, qualcosa che richiami quanto in realtà ti permettono di fare.

UI - new releaseEd è così che siamo arrivati alle funzionalità:

  • Clienti: per conoscere meglio la tua base clienti, le variazioni, le entrate e le uscite…fino a scoprire i dettagli di ogni singolo contatto;
  • Algoritmi: per scoprire quali KPI e previsioni comportamentali stanno arricchendo i profili dei tuoi contatti;
  • Segmenti: per andare più a fondo e creare audience adatte alle tue campagne per promuovere una personalizzazione della relazione con i tuoi clienti che sia 1-to-1;
  • Pianificazioni: per gestire in modo ottimale, gli invii delle tue comunicazioni nello stesso punto in cui crei i tuoi target a cui indirizzarle;
  • Automazioni: per costruire dei journey automatizzati che seguano i tuoi clienti nel loro viaggio col tuo brand, in tempo reale.

Avrai sempre a disposizione quello che cerchi sulle attività della tua azienda in un unico punto, facilmente consultabile e ancora più semplice da usare.

Se già utilizzi qualche funzionalità della Marketing Cloud ma ancora non accedi alla nuova interfaccia, non aspettare oltre. Contattaci e faremo insieme quanto serve per abilitarti.

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UI/UX series: Anche il colore gioca la sua parte

Riprendiamo oggi un tema a noi caro, la nuova interfaccia della Marketing Cloud. Perchè è così importante? Perchè è la prima cosa con cui interagisce l’utente quando accede alla piattaforma Contactlab.

Ci siamo lasciati l’ultima volta con un interessante articolo sugli Empty State che ha introdotto il valore del design nella creazione di un’esperienza cliente efficace e di successo. Continuiamo la serie con un altro elemento estremamente rilevante e che contribuisce all’identità unica e chiara di una interfaccia: il colore.

 

Il colore

Colors

I colori sono un mezzo di comunicazione fondamentale in qualsiasi linguaggio visivo. Rappresentano uno dei modi più efficaci per trasporre uno o più concetti. Con il colore si possono indicare quali elementi sono interattivi, come si relazionano fra loro e il livello di importanza che ricoprono: quelli maggiormente rilevanti devono risaltare di più.

Nel processo di re-design della piattaforma abbiamo progettato tavolozze di colori freddi perchè possano aiutare gli utenti ad assimilare anche visivamente, un’interfaccia tecnica. Con i colori caldi non avremmo ottenuto lo stesso effetto. Riteniamo invece che questa scelta risalti le caratteristiche della piattaforma in ogni sua parte e rafforzi l’unicità del nostro brand.

Privilegiando questi toni a nostro parere, abbiamo soddisfatto meglio gli standard di leggibilità di testo, icone, etc. rispetto a quando appaiono su sfondi diversi. Ci siamo focalizzati principalmente su semplicità e velocità di utilizzo della Marketing Cloud. E questo per qualsiasi tipo di schermo e dispositivo che, data l’importanza della multicanalità, è un aspetto che non abbiamo voluto tralasciare.

 

Tavolozza dei colori

Per la progettazione dell’interfaccia e per tutto il materiale visivo, abbiamo adotatto tavolozze di colori che comprendono nove tonalità ciascuna che sono composte a loro volta da quattro più chiare e quattro più scure.

Il sistema che abbiamo usato per applicare il colore alla UI, prevede un approccio cosiddetto organizzato. Abbiamo infatti:

  • un colore primario, o accent;
  • un colore secondario, noto anche come base.

In questo modo le varianti scure e chiare di ciascun colore possono essere usate in molteplici possibilità.

Abbiamo preferito il colore Accent per elementi come ad esempio, la Call-To-Action (CTA) che devono essere altamente riconoscibili.

Il colore Base invece ci ha offerto più modi per accentuare e distinguere parti selezionate dell’interfaccia utente. Avere un colore secondario è facoltativo e noi lo abbiamo usato con parsimonia.

Pallettes

Feedback e colori neutrali

Si tratta di colori di supporto. Sono utilizzati come supplemento alla tavolozza principale e servono per visualizzare messaggi di stato o avvisi.

Ad esempio, il colore Warning è impiegato per notifiche importanti ma non bloccanti. Il colore Error invece solo per i messaggi di errore che richiedono un intervento diretto da parte dell’utente.

 

Pallettes #2

 

Combinare i colori

Abbiamo scelto una combinazione di colori freddi perché consente una maggiore flessibilità d’uso. Il ridotto numero di colori forti, aumenta la possibilità di impiego e riduce il rischio di effetti a basso contrasto. Occorre tuttavia seguire sempre precisi criteri di mappatura del contrasto.

 

Bianco, nero e combinazioni accessibili

La nostra tavolozza consente di utilizzare il bianco e il nero come colori di primo piano. Da 100 a 500 il primo piano nero è accessibile – WCAG AA. Stessa cosa per il primo piano bianco da 500 a 900.

Combining colors

Oltre al testo in bianco e nero, la tavolozza offre un’ampia gamma di combinazioni accessibili. Sottraendo il grado di colore di primo piano dal grado di colore di sfondo (o viceversa) è possibile determinare se tale combinazione di colori soddisfa il criterio di successo del rapporto di contrasto WCAG AA.

Se la differenza tra due gradi è uguale o superiore a 400, i colori sono accessibili. Qualsiasi valore inferiore a 400 differisce dagli standard di accessibilità o richiede attenzione.

 

Alcuni esempi di utilizzo

Il significato dei colori

La tavolozza di supporto è progettata per essere utilizzata con particolari tipi di notifica e in situazioni specifiche. E i colori dovrebbero essere usati solo in quelle circostanze:

  • Do: utilizzare i colori appropriati per identificare lo stato, i messaggi di avviso e di conferma per l’utente;
  • Don’t: non utilizzare i colori di avvertimento ed errore che accompagnano le informazioni non correlate allo scopo del colore.

How to use

Contrasti

Tutti i colori devono essere combinati solo in base alla mappa del contrasto fornita:

  • Do: usare colori che non sono difficili da assimilare per l’utente, secondo la mappa del contrasto.
  • Don’t: non sovrapporre i colori che non superano il risultato della convalida del contrasto, come visualizzato nella mappa del contrasto.

Contrast

Quindi

Una cosa è certa. Il colore trasmette emozioni e ha un enorme impatto sull’utente. Prestare attenzione al colore significa prendersi cura di chi utilizza la piattaforma. La scelta dell’uno o dell’altro determina l’esperienza utente e la sua soddisfazione influisce il successo della piattaforma.

Nei prossimi appuntamenti continueremo a scoprire perchè la nuova UI è stata pensata e realizzata così come la vedete oggi. Stay tuned!

 

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Scopri la serie dedicata alla UX/UI della Marketing Cloud!

Empty States Colors Typo Elevators Structure
EMPTY STATES COLORE TIPOGRAFIA
ELEVAZIONE
STRUTTURE

 

 

 

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CDP series: Advanced Segmentation

CDP series #4

Eccoci al quarto articolo dedicato alle caratteristiche di una CDP per scoprire insieme come il cuore della Contactlab Marketing Cloud sia proprio una piattaforma di gestione del dato. É arrivato il momento di parlare di Advanced Segmentation.

Hai raccolto i dati dei tuoi contatti in tempo reale da tutte le fonti e li hai integrati automaticamente in profili unici. Li collezioni strutturandoli e organizzandoli. Li mantieni aggiornati, li elabori e li arricchisci prevedendo anche comportamenti futuri. Vediamo ora di iniziare ad attivarli per azioni di marketing.

Scegli a chi parlare e cosa dire loro

Una volta esistevano le mailing list: un insieme indistinto di indirizzi email. Il sogno più grande di un marketing manager era riuscire ad avere l’email dei propri clienti o prospect, per spedire comunicazioni dai messaggi per lo più generici e in ogni momento della giornata. Una comunicazione indifferenziata, veloce e immediata, che aveva il vantaggio di raggiungere audience molto ampie a costi ridotti. E ancora oggi si dimostra una valida leva marketing, sia da sola che inserita in un mix di attività volte a raggiungere il mercato. Soprattutto potendo contare su nuovi canali come il web e i social, ad esempio.

Advanced segmentationI tuoi contatti però non sono tutti uguali. Sono tutti preziosi ma non hanno le stesse caratteristiche, gli stessi bisogni o ancora, riconoscono il tuo brand allo stesso modo. Per arrivare dritto al cuore, devi elevare il loro coinvolgimento a un livello personale e parlare con ognuno singolarmente.

Decidi tu a chi indirizzare e come, le comunicazioni. Scegli i filtri che preferisci su qualsiasi set di dati a disposizione e in pochi click racconta loro quello che esattamente desiderano sentire. Più ristringi il segmento, o più ne crei, e maggiore sarà l’efficacia delle tue attività. La soddisfazione del cliente in questo modo aumenta e con essa la percezione di interesse, competenza e affidabilità del tuo brand.

Segmentare partendo dai profili che hai creato con tanta fatica, ti aiuta a ottimizzare le singole attività per ciascuno segmento che hai individuato, portando a un ROI piu’ elevato su ognuna di esse e magari nel più breve tempo possibile.

Ovviamente non è sempre richiesto un approccio di questo tipo, one to one. Situazioni, tempi, modi ed esigenze di ogni singola occasione ne determinano la reale necessità. Se il tuo obiettivo è il cliente, la sua cura e il suo coinvolgimento in prima persona, la scelta ricade però su una segmentazione avanzata.

Advanced Segmentation

Molti analisti sostengono che l’esperienza del cliente sia diventata il vero vantaggio competitivo e il fattore umano la variabile che i brand dovrebbero tenere sempre sotto controllo.

Un valido supporto per far vivere esperienze personalizzate lo forniscono gli strumenti di segmentazione. Devono essere pronti all’uso, intuitivi, semplici e immediati ma anche:

  • dare risultati in tempo reale;
  • non richiedere alcuna competenza tecnica;
  • essere integrati con la base dati da interrogare;
  • permettere l’utilizzo immediato del dato, anche da parte di sistemi esterni.

In questo modo diventa possibile partire dalle caratteristiche e dai bisogni di ogni cliente, combinarle con le necessità del tuo brand e costruire dei piani di contatto o journey, che diventino delle relazioni durature e profittevoli per entrambe.

Quando si parla di audience o target delle campagne, le opzioni che si aprono tipicamente a un marketing manager sono:

Socio-Demouna segmentazione base: è per lo più operata su variabili socio-demografiche come età, paese, livello di istruzione, sesso, data di nascita, o su dati relativi all’iscrizione alla newsletter, alla frequenza di invio, etc. Si tratta di informazioni facilmente reperibili ad esempio tramite moduli di profilazione o preference center, tipicamente in cambio di un regalo o di uno sconto al cliente;

Behavioraluna segmentazione comportamentale: nasce dalle azioni compiute – o non – dai clienti e dal brand. Bisogna mettersi in ascolto, cogliere i segnali, monitorare i punti di contatto costantemente e non farsi sfuggire alcun movimento. Si può porre attenzione su aperture e click delle email, sulla navigazione del sito, sulla presenza in negozio… e arrivare a rilevare nuovi bisogni per muovere strategie;

Segmentazione predittivauna segmentazione predittiva: applicando algoritmi e KPI ottieni informazioni che aiutano a capire il valore dei clienti per il tuo brand. Conoscere se un cliente è a rischio abbandono o se continuerà a essere un Top Spender, risulta particolarmente utile ad esempio in campagne di remarketing. Puoi individuare cluster per promuovere azioni puntuali, anche in modo automatico.

 

Man mano che ci si sposta dalla segmentazione base a quella predittiva:

  • il livello di personalizzazione dei contenuti, dei tempi e dei modi cresce sensibilmente;
  • le opportunità di creare esperienze o journey efficaci aumenta:
  • la soddisfazione dei tuoi clienti esplode aprendo le porte a nuove possibilità di business.

Segmentare non significa solo creare target

Molti brand sostengono che strumenti di segmentazione raffinata risultano utili anche per esplorare la propria base contatti. Prima ancora di creare segmenti per comunicare, puoi sfruttare quanto a tua disposizione – dati, tecnologia e conoscenze di settore – per scoprire i tuoi clienti. Adattando nuovi filtri ai risultati ottenuti di volta in volta, combinando segmenti esistenti oppure correlando temporalmente gli eventi, è possibile ottenere informazioni preziose in modo incredibilmente rapido. Per decidere le attività da intraprendere e influenzare il destino del tuo business.

Le opportunità offerte dalla micro-segmentazione possono essere infinite. Pensiamo ad esempio alle politiche di distribuzione. Apparentemente hanno poco a che fare con i clienti ma, capire dove avvengono i maggiori acquisti, quali prodotti risultano i più ricercati e quando l’interesse verso il tuo brand è massimo, ti permette di organizzare la distribuzione in modo più puntuale e consapevole, nei punti vendita e sui vari canali. E questo è solo un esempio.

Ovviamente gli strumenti di segmentazione non fanno magie. Affinché i risultati ottenuti siano validi, qualsiasi sia l’obiettivo, i dati che interroghi devono essere corretti, aggiornati e di qualità.

 

I benefici della segmentazione avanzata

  • Disegnare campagne differenziate e su misura.
  • Migliorare la customer experience.
  • Creare engagement, trust e loyalty.
  • Instaurare rapporti individuali duraturi.
  • Scoprire la propria base clienti.
  • Prendere decisioni di business più consapevoli.

Il tutto nel rispetto della normativa in ambito GDPR.

 

E adesso?

Contattaci. Contactlab ti può mettere a disposizione gli esperti migliori per capire insieme l’uso che si possa fare degli strumenti che cerchi e indirizzare i tuoi contatti con attività pensate per loro, le più mirate e profittevoli che tu abbia mai realizzato.

 

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Scopri la serie dedicata alla CDP della Marketing Cloud!

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