Segmenti sempre più raffinati? Usa le product event properties in Hub!

Obiettivo

Quanto più è raffinata la definizione del target, tanto più efficaci possono essere le tue comunicazioni. Usa Hub e Plan per ottenere facilmente e velocemente segmenti a grana molto fine con pochi passaggi.

Prendiamo ad esempio un brand del fashion che ha appena lanciato gli accessori della prossima stagione, e vuole indirizzare i clienti esistenti che hanno già acquistato scarpe o borse nell’ultimo anno.

Procedura

  1. Accedi alla piattaforma e seleziona Contactplan.
  2. Clicca il tab Segmenti, e poi Crea un nuovo segmento.
  3. Inserisci il nome del segmento che preferisci, clicca Crea Nuova Regola Acquisti, seguito da Crea Regola personalizzata.
    Appare la pagina della Nuova Regola personalizzata.

Esempio di pagina di Nuova Regola personalizzata

  1. Inserisci il nome della regola e, sotto Evento, seleziona Hanno acquistato.
  2. Come Intervallo Temporale seleziona Negli ultimi e 1 years.
  3. Al campo Match, evidenzia ALL. Questo significa che il contatto deve soddisfare almeno una delle condizioni elencate di seguito.
  4. Usa il campo Aggiungi nuova condizione per aggiungere alla regola la corretta condizione, poi configura l’operatore e il valore che definiscono la target audience desiderata. Per esempio:
    • Aggiungi Scarpe, poi definisci l’operatore Uguale a o maggiore di, con valore 1.
      Questo identifica i contatti che hanno acquistato almeno un paio di scarpe.
    • Aggiungi Borse, poi definisci l’operatore in Uguale a o maggiore di, con valore 1.
      Questo identifica i contatti che hanno acquistato almeno una borsa.
  5. Quando hai finito, clicca Aggiungi per salvare la regola che hai appena creato, poi clicca Salva sulla pagina Nuovo segmento.

Il risultato è un segmento che include i clienti esistenti che hanno comprato borse e/o scarpe nell’ultimo anno.

Per maggiori dettagli, consulta le guide di Hub  e/o Plan, o contatta il nostro Servizio Clienti.

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Vuoi inserire in un customer journey in real-time, tutte le donne che hanno appena visualizzato una borsa sul tuo sito?

Obiettivo

In questo tutorial, vediamo insieme quanto sia semplice aggiungere immediatamente e automaticamente i contatti a un’automazione in Flow, appena si avverano le condizioni che hai definito. Ad esempio, aggiungi ogni donna all’automazione nel momento in cui visualizza la categoria ‘borse’ sul tuo sito e-commerce.

Procedura

Nota:
Quanto segue utilizza l’esempio sopra descritto a scopo dimostrativo. Tuttavia, gli eventi e le categorie che sono effettivamente disponibili in Flow dipendono da come Hub è stato configurato con riferimento al workspace pertinente.

Per definire le condizioni da applicare per selezionare i contatti che si uniscono a un’automazione, effettuare le seguenti operazioni:

  1. Accedendo alla piattaforma e selezionando Contactflow, si visualizzi la pagina Le mie automazioni.
  2. Clicca Crea nuova automazione, completa i campi richiesti, assicurati di aver selezionato la sorgente Real-Time e procedi con Crea Automazione.
    Sarà visualizzata la pagina di configurazione dell’automazione.

Esempio di pagina di configurazione dell’automazione, selezionando una sorgente real-time

  1. Clicca la sorgente Real-time. Nel cruscotto a sinistra, sotto Evento di ingresso seleziona l’evento che scatena l’ingresso del contatto nell’automazione.
    Per esempio, Vista categoria di prodotti sul sito.
  2. Sotto Event rules, aggiungi una condizione per raffinare l’evento di ingresso, come segue:
    1. Clicca Aggiungi condizione, poi seleziona quella appropriata dalla lista.
      Per esempio, category.
      Nota:
      Le condizioni event rule disponibili variano e dipendono dall’Evento di ingresso selezionato precedentemente.
    2. Seleziona il tipo di operatore.
      Per esempio, Like.
    3. Inserire il valore o il testo corretto.
      Per esempio, Borse.
      Puoi inserire altre condizioni event rule, se necessario.
  3. Sotto Demographic rules, aggiungi una nuova condizione per raffinare ulteriormente l’incoming event come segue:
    1. Clicca Aggiungi condizione, poi seleziona quella corretta della lista a tendina.
      Per esempio, base – gender.
      Nota:
      Le condizioni disponibili includono sia le proprietà base che quelle estese.
    2. Seleziona poi il tipo di operatore.
      Per esempio, Equal to.
    3. Nel campo successivo, inserisci il valore o il testo corretto, a seconda del tipo di condizione selezionata.
      Per esempio, F.
      Puoi inserire altre condizioni demographic rule, se necessario.
  4. Continua a configurare la sorgente real-time, secondo le tue esigenze.
    Per esempio, puoi selezionare Evento di rimozione per determinare cosa deve succedere affinchè un contatto sia rimosso da una automazione.
    Consulta la Guida Flow per maggiori informazioni riguardo la configurazione di una sorgente Real-Time.
  5. Una volta terminata la configurazione della sorgente, puoi continuare la creazione dell’automazione nel panello Configura automazione, aggiungendo gli step Azione, Check, Attesa e Fine, come necessario.

Il risultato è un’automazione in Flow dedicata a contatti che saranno aggiunti in tempo reale, a seguito delle loro azioni o caratteristiche demografiche.

Per maggiori dettagli, consulta la Guida di Flow, o contatto il Servizio Clienti.

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L’HTML di una email. Specifiche e consigli per comunicazioni di successo. Puntata 2.

La piattaforma Contactlab Marketing Cloud offre tutti gli strumenti per gestire piani di comunicazione email automatizzati, in grado di raggiungere i contatti corretti, nel momento più opportuno e con messaggi personalizzati e ritagliati sui bisogni e sui reali desideri di ognuno dei vostri clienti.

E’ sufficiente tutto questo per avere successo e creare esperienze indimenticabili od occorre qualcosa d’altro?

A questo proposito, abbiamo previsto la pubblicazione di due articoli che riteniamo di utile lettura per iniziare a rispondere a domande di questo tipo. Abbiamo già condiviso con voi alcuni importanti suggerimenti da seguire per ottenere HTML visualizzabili correttamente, ora proponiamo alcuni consigli da valutare, per creare email non solo visualizzabili correttamente ma anche fruibili velocemente da ogni dispositivo, anche mobile.

CONSIGLI per una email di successo

  1. Immagini incorporate
  2. Come creare un’email responsive
  3. Non dimenticarti l’ottimizzazione mobile
  4. Limiti invalicabili
  5. Testare le email prima dell’invio



1. Immagini incorporate
Normalmente una email in HTML prevede che le immagini contenute nel messaggio siano messe su un server esterno e poi caricate quando l’utente legge la comunicazione. In alternativa a questo procedimento standard, è possibile incorporare (da qui immagini embedded) le immagini nel messaggio: non sono più caricate da un server esterno ma sono già incluse all’interno dell’email.

Pro e Contro
Il principale motivo per cui si può scegliere di avere immagini embedded nell’email è evitare il blocco delle immagini, che la maggior parte dei client di posta e delle caselle webmail attuano. In questo modo il messaggio è subito visualizzato correttamente da chiunque, con tutte le immagini al proprio posto. Dall’altro lato però, le immagini embedded aumentano di parecchio il rischio che il messaggio sia considerato come spam perché aumenta il peso della email. Il peso delle immagini si somma infatti a quello dell’html.

Nota: l’immagine spia usata per tracciare le aperture delle email non può essere incorporata perché è inserita in automatico dal sistema.

 Come procedere su Send

  1. La base di partenza è un HTML standard in cui le immagini sono caricate su un server esterno del tipo: <img src=”http://server.it/img/foto.jpg”>
  2. A questo punto modificare manualmente i tag inserendo prima dell’indirizzo (URL) dell’immagine @( e subito dopo l’URL )@
  3. Una volta modificati tutti i tag del testo come indicato nel punto 2 qui sopra, salvare l’HTML modificato sul pc
  4. Accedere quindi alla piattaforma e andare su Send nella sezione Crea > Nuova spedizione > (nome gruppo) > Contenuto del messaggio
  5. Arrivati alla schermata del contenuto del messaggio, caricare il file con l’HTML modificato utilizzando il pulsante “Carica da: un file sul mio computer” o incollare direttamente il codice nella Text-Area
  6. Ora l’HTML modificato è stato caricato all’interno di Send. Terminare la creazione della spedizione normalmente, procedendo col pulsante avanti. Le immagini saranno incluse all’interno del <body> del messaggio.
  7. Effettuare un test per verificare che le immagini embedded si visualizzino correttamente.

Nota: se non si modificano i percorsi nei tag <img> con la sintassi @(http://…)@ non sarà generato alcun errore; semplicemente quelle immagini saranno ancora caricate dal server su cui si trovano, al momento dell’apertura dell’email, e quindi potranno essere bloccate da eventuali dispositivi di blocco-immagini del client o della casella webmail.

2. Come creare un’email responsive

Esistono diverse tecniche per sviluppare una email responsive:

  • con layout fluido, dichiarando i valori delle tabelle in percentuale o utilizzando max-width e min-width
  • con layout adaptive, sviluppando un html ad-hoc in modo che la struttura si adatti al viewport (es. con l’incolonnamento stacking dei vari box)
  • con la dichiarazione CSS: media query che permette di variare stili e dimensioni in base alla dimensione del display sul quale viene visualizzata la newsletter.

Tutte le tecniche hanno dei limiti di supporto imposti dai diversi client/app/device e vanno valutati in base al layout. Di seguito, qualche indicazione di base.

  1. Nell’head aggiungere il seguente codice:

<meta http-equiv=”X-UA-Compatible” content=”IE=edge” />
<meta name=”viewport” content=”width=device-width, height=device-height, initial-scale=1, minimum-
scale=1.0, user-scalable=no” />
<meta http-equiv=”content-type” content=”text/html; charset=UTF-8″>
<meta name=”x-apple-disable-message-reformatting”>

  1. Dichiarare nello stile i media query, in questo modo:

@media screen and (max-device-width: 568px), screen and (max-width: 568px)  { CSS* }

  1. Dove 568px è la larghezza massima del viewport sul quale saranno applicati gli stili *CSS dichiarare le classi utilizzate nell’html utilizzate per la visualizzazione mobile
    Es: Per non visualizzare un contenuto su mobile utilizzare la seguente classe:
    .onlydesktop {display:none !important; width:0 !important;}
  1. Utilizzare commenti condizionali (if mso) per assicurarsi una corretta visualizzazione su Outlook

Es: <!–[if mso]></td><td style=”padding-top:0;padding-bottom:0;padding-right:0;padding-  left:0;vertical-align:top;” ><![endif]–>
Inserire in ogni td style=”padding: 0px; vertical-align:top;”per prevenire spaziature aggiuntive.


3. Non dimenticarti l’ottimizzazione mobile

Il mobile rappresenta oggi uno dei canali maggiormente usati per la comunicazione, e non solo per quanto riguarda SMS e Instant Messaging, ma anche per la ricezione delle email. Assicurarsi sempre che le proprie comunicazioni vengano ricevute in modo corretto, rispettando il design stabilito in fase di progettazione e con un elevato livello qualitativo è quindi oggi fondamentale.

Per sviluppare un layout fruibile su dispositivi mobile occorre ripensare la struttura in ottica “mobile first” e seguire alcuni semplice suggerimenti:

    • Testi superiori ai 14px
    • Bottoni grandi almeno 40px per dispositivi touch
    • Spazio tra i vari elementi cliccabili di almeno 10/15px
    • Immagini di dimensioni doppie e medesime proporzioni per una resa corretta su display retina/hd
    • Elementi fissi non superiori ai 320px
    • Eliminare contenuti di bassa priorità, pesanti e inutili
    • Dare un buon contrasto agli elementi

4. Limiti invalicabili

Quanto sopra indicato permette una corretta visualizzazione nella maggioranza delle webmail e dei programmi di posta attualmente in uso. Ovviamente, ci sono dei limiti imposti dalle politiche dei singoli provider o produttori di software, che non si possono risolvere. Problemi di visualizzazione si segnalano spesso anche con il programma di posta della suite Lotus.

5. Testare le email prima dell’invio

Il modo migliore per controllare la corretta visualizzazione di un’email e il funzionamento dei suoi elementi è comunque quello di inviare un test prima della spedizione effettiva.

Send dà la possibilità di creare un filtro di test per ogni database (cfr. “Configura –> DB utenti”) e di inviare una spedizione di test (cfr. “Crea –> Spedizione Email”). Si consiglia di inserire nel test diversi indirizzi, in modo da poterli controllare con diversi programmi di posta e con diverse webmail.

Quindi, come abbiamo visto tanti e diversi sono gli accorgimenti che si possono o meglip, devono mettere in atto per creare email di successo in grado di essere visualizzate correttamente e scatenare interesse nei tuoi contatti.

Seguendo questi consigli potresti essere in grado di realizzare email di qualità superiore, che si visualizzano in modo chiaro e completo su ogni tipo di browser e per questo motivo di facile lettura.

In caso di dubbi e domande non esitare a contattare il nostro Servizio Clienti, sempre a tua disposizione.

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Webhook per Flow: una chiamata a supporto dell’integrazione con i tuoi sistemi

Da giovedì 18 ottobre, è possibile inserire un’azione webhook durante la creazione dei tuoi customer journey con il modulo Flow.

La piattaforma Contactlab Marketing Cloud si arricchisce di un’importante novità che le permette di estendere ulteriormente le proprie funzionalità e i propri ambiti di applicazione.

Integrandosi semplicemente con i tuoi sistemi, aggiunge nuove potenzialità che le permettono di raggiungere prestazioni tali da garantire campagne marketing di livello superiore.

Come funzionano i webhooks? I webhooks sono notifiche HTTP di un evento registrato su una piattaforma, a un sistema esterno. Facilitano quindi lo scambio di informazioni e consentono alla piattaforma Contactlab di interagire più facilmente e velocemente con le tue differenti applicazioni:

  • le informazioni inviate da Flow hanno una struttura standard così da poter essere immediatamente colte dal sistema esterno
  • l’URL della chiamata è inserito in un campo apposito direttamente sull’interfaccia di Flow al momento della creazione del journey e dell’azione: non è quindi richiesto alcun intervento a Contactlab ma puoi procedere autonomamente.

 

Un esempio di come utilizzare un webhook

Se un cliente conclude un ordine, probabilmente sarà importante che questa informazione venga immediatamente passata al vostro sistema di gestione del magazzino in modo che si possa attivare la preparazione della merce e la spedizione.

Ecco, di questo se ne può occupare un webhook, in tempo reale e automaticamente: costruisci il journey e Flow penserà a tutto. Nel momento in cui il cliente acquista un prodotto, la piattaforma Contactlab comunica al sistema esterno il dato e il nuovo processo può essere attivato.

 

 

Per qualsiasi ulteriore informazione, consulta la documentazione o contatta il nostro Servizio Clienti.

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L’HTML di una email. Specifiche e consigli per comunicazioni di successo. Puntata 1.

La piattaforma Contactlab Marketing Cloud offre tutti gli strumenti per gestire piani di comunicazione email automatizzati, in grado di raggiungere i contatti corretti, nel momento più opportuno e con messaggi personalizzati e ritagliati sui bisogni e sui reali desideri di ognuno dei vostri clienti.

Ma è sufficiente tutto questo per avere successo e creare interesse od occorre qualcosa d’altro?

Abbiamo previsto la pubblicazione di due articoli che riteniamo di utile lettura per iniziare a rispondere a questa domanda. Vogliamo condividere con voi alcuni importanti suggerimenti da seguire per ottenere HTML visualizzabili correttamente e alcuni consigli da valutare, per creare email fruibili velocemente da ogni dispositivo, anche mobile e dai diversi tipi di client di posta.

Andiamo per gradi: iniziamo creando email tecnicamente corrette e visualizzabili da tutte le vostre audience.

Le specifiche per una email di successo

Nel caso in cui si desideri realizzare una newsletter o una DEM utilizzando direttamente il linguaggio HTML, è utile conoscere le specifiche per una corretta visualizzazione del contenuto sulla maggior parte delle webmail, dei device e dei client di posta (Outlook, Gmail, etc.).

Queste specifiche sono state elaborate sulla base dell’esperienza maturata dallo staff di Contactlab nel corso degli anni e delle migliaia di spedizioni inviate dai nostri clienti. Per qualsiasi domanda o curiosità sono anche a vostra disposizione.

Obiettivo

In questo primo articolo puoi apprendere le specifiche tecniche per realizzare un HTML di qualità da inviare utilizzando il modulo Send della Contactlab Marketing Cloud.

Regola generale

Il codice HTML di una email deve essere più semplice e pulito rispetto a quello di una pagina di un sito web: le webmail e i client di posta hanno infatti difficoltà a gestire determinati elementi (fogli di stile, javascript, etc.) rispetto a un browser.

Cosa è importante sapere

  1. Impaginazione dei contenuti
  2. Larghezza consigliata
  3. Lunghezza consigliata
  4. Doctype
  5. Tag <title> nella <head>
  6. Bugfix nell’head
  7. Meta tag
  8. Uso dei fogli di stile
  9. Body
  10. Tag di struttura
  11. Attributi utilizzabili nelle newsletter
  12. Attributi dei tag
  13. Font
  14. Preheader
  15. <br> e non <p>
  16. Immagini
  17. Bilanciamento testo – immagini
  18. Denominazione immagini
  19. Caratteri
  20. Testo link
  21. Peso consigliato
  22. Elementi da evitare

  1. Impaginazione dei contenuti
    Tutto il contenuto del messaggio deve essere inserito all’interno di una tabella a larghezza fissa, specificando quindi la larghezza nell’attributo width del tag <table>. Per ogni cella bisogna inserire la larghezza (es. <td width=”121”>).
  2. Larghezza consigliata
    La tabella esterna citata nel punto 1, deve avere una larghezza fissa. Non esiste una vera e propria larghezza massima ma è meglio non oltrepassare i 600/650px per evitare noiosi scroll orizzontali.
  3. Lunghezza consigliata
    Non esiste una lunghezza consigliata. Occorre però seguire l’accortezza di non creare messaggi troppo lunghi per newsletter o email commerciali al fine di essere efficaci, rimandando il più possibile a pagine web per approfondimenti o dettagli, con l’inserimento di link nel messaggio.
  4. Doctype
    Per essere sicuri che l’HTML della newsletter sia interpretato correttamente, utilizzare il seguente doctype: <!DOCTYPE html PUBLIC “-//W3C//DTD XHTML 1.0 Transitional//EN” “http://www.w3.org/TR/xhtml1/DTD/xhtml1-transitional.dtd”>
  5. Tag <title> nella <head>
    Inserire un testo nel tag <title>. Evitare di lasciare il testo di default assegnato dall’editor html (es. “Untitled1” o “Nuova pagina 1”) meglio se simile all’oggetto dell’email.
  6. Bugfix nell’head
    Per una corretta visualizzazione, evitare il resize del testo sui dispositivi mobili o su Outlook, dovuto all’utilizzo di zoom, e inserire nel tag head il seguente codice:

<!–[if gte mso 9]>
<xml>
<o:OfficeDocumentSettings>
<o:AllowPNG/>
<o:PixelsPerInch>96</o:PixelsPerInch>
</o:OfficeDocumentSettings>
</xml>
<![endif]–>
<style type=”text/css”>@-ms-viewport{width:device-width}</style>
<style type=”text/css”>
html { -webkit-text-size-adjust:none;}
body, .ReadMsgBody, .ExternalClass, .multi-col .column {width: 100%; width:100% !important; margin: 0px !important; padding: 0px; display: block; -ms-overflow-style: none !important;}
.ExternalClass {line-height: 100%;}
table, tr, td {margin:0; padding: 0; border-collapse: collapse !important; mso-line-height-alt:0px; mso-margin-top-alt:0px; mso-table-lspace:0px; mso-table-rspace:0px; vertical-align: top; border-spacing: 0; }
td { font-size:0px; line-height: 0px; }
a img, img{margin: 0px; padding: 0px; display: block;}
</style>

  1. Meta tag
    Per una corretta visualizzazione dei caratteri, anche nella versione online, e per aggiungere informazioni in eventuali condivisioni social su Facebook, aggiungere i seguenti meta nel tag head:

<meta http-equiv=”content-type” content=”text/html; charset=UTF-8″>
<meta property=”og:title” content=”TITOLO” />
<meta property=”og:description” content=”DESCRIZIONE” />
<meta property=”og:image” content=”URL IMMAGINE” />

  1. Uso dei fogli di stile
    I fogli di stile (CSS) vanno usati “con parsimonia”. Ecco come:
  • non usare i CSS per determinare la posizione di un elemento (es. allineamento di un’immagine o di una tabella, padding, float, ecc…)
  • all’interno del HTML della newsletter inserire il CSS:
    • interno (nel tag <head>)
    • in linea (inserire il CSS nelle celle, all’interno del link e del tag <div> – dove si richiama la classe)

Attributi CSS di uso comune nelle newsletter

background-color (COLORE DI SFONDO): codice esadecimale del colore es. #ff0000;
background-image: url(‘PAHT IMMAGINE’): immagine di sfondo;
color (COLORE DEL TESTO): codice esadecimale del colore es. #ff0000;
text-align (ALLINEAMENTO ORIZZONTALE DEL TESTO): left,right,justify,center;
text-decoration (SOTTOLINEATO o NO): underline, none;
font-family (TIPO DI FONT): nome del font o nomi della “famiglia” [WEB SAFE] font-size (DIMENSIONE FONT): espresso in pixel;
line-height (INTERLINEA): espresso in pixel;
width (LARGHEZZA): espressa in pixel o %;
height (ALTEZZA): espressa in pixel o %;
vertical-align (ALLINEAMENTO VERTICALE): top, bottom, middle;

IMPORTANTE: i 2 fogli di stile devono avere le stesse caratteristiche.

  1. Body
    Inserire nel tag body il seguente stile per assicurarsi che la centratura della newsletter non sia influenzata dalle impostazioni di default dei client sul quale è visualizzata:
    <body style=”margin: 0; paddinge: 0px; “>
  1. Tag di struttura

<table> Indica l’inizio della tabella
<tr> Indica l’inizio di una riga
<td> Indica l’inizio di una cella
</td> Indica la fine di una cella
</tr> Indica la fine di una riga
</table> Indica la fine della tabella

  1. Attributi utilizzabili nelle newsletter

Dir (DIREZIONE DI SCRITTURA): rtl, ltr
Cellpadding (SPAZIO INTERNO ALLE CELLE): espresso in pixel
Cellspacing (SPAZIO TRA LE CELLE): espresso in pixel
Border (DIMENSIONE BORDO DELLA TABELLA): espresso in pixel
Align (ALLINEAMENTOORIZZONTALE): left, right, center, justify
Valign (ALLINEAMENTO VERTICALE) top, middle, bottom, baseline
Bgcolor (COLORE DI SFONDO): codice esadecimale del colore es #ff0000 (o RGB o colorname)
Background (IMMAGINE DI SFONDO): link dell’immagine
Width (LARGHEZZA): espressa in pixel o %
Height (ALTEZZA): espressa in pixel o %
Colspan (NUMERO DI CELLE RAGGRUPPATE IN UNA COLONNA): numero che identifica la somma delle colonne raggruppate
Rowspan (NUMERO DI CELLE RAGGRUPPATE IN UNA RIGA): numero che identifica la somma delle righe raggruppate

  1. Attributi dei tag

<body> class, dir, id, lang, style, title, bgcolor, background
<table>align, bgcolor, background, border, cellpadding, cellspacing, width, height, class, dir, id,lang, style, title
<tr> Nessun attributo
<td> align, bgcolor, background, colspan, width, height, class, dir, id, lang, nowrap, rowspan, valign style, title

  1. Font
    I caratteri da utilizzare nelle newsletter devono essere web-safe, in modo che si possano visualizzare allo stesso modo sui vari sistemi operativi. Una lista di font safe è recuperabile da qui. Per la dimensione dei font definire il valore assoluto in pixel. Per evitare che i dispositivi mobile ne modifichino la dimensione, inserire nel css interno-webkit-text-size-adjust: none; utilizzare sempre un font-size maggiore di 9px e minore di 23px. Oltre questa soglia aumenta il punteggio di spam. Dichiarare sempre un’interlinea maggiore di 4px rispetto alla dimensione del font. La dimensione consigliata per una corretta fruibilità su dispositivi mobile è maggiore di 14px.
  2. Preheader
    Il preheader – detto anche Eyebrow, ossia la prima riga di testo di una email consente di visualizzare subito, a colpo d’occhio, i principali contenuti. E’ infatti visibile ancora prima di aprire una email su Gmail, Outlook e sulla maggior parte dei dispositivi mobile. È possibile inserire un preheader invisibile che appare soltanto nell’anteprima dell’inbox. Per inserire il preheader invisibile si usa il seguente codice:
    <div class=”preheader” style=”display:none !important; visibility:hidden; opacity:0; color:transparent; height:0; width:0; color:#ffffff; font-size:1px; line-height:0; overflow:hidden; mso-hide:all;”>TESTO</div>

E la seguente classe nel css:
.preheader{display:none !important; visibility:hidden; opacity:0; color:transparent; height:0; width:0; color:#ffffff; font-size:1px; line-height:0; overflow:hidden; mso-hide:all;}

  1. <br> e non <p>
    Utilizzare il tag <br> per andare a capo ed evitare l’utilizzo del tag <p> in quanto, determinando un paragrafo, ogni webmail/client associa un differente margine superiore e inferiore alterandone la visualizzazione.
  2. Immagini
    Le immagini, se non già incorporate, devono essere caricate su un server, che può essere quello di Send o altro server, per poi inserire il percorso assoluto nell’attributo src del tag. Il formato deve essere jpg, gif anche animata o png. Si sconsiglia vivamente di inserire immagini mappate. Ogni immagine dovrebbe pesare il meno possibile per non impattare sul tempo di download.

Immagini di sfondo. Se all’interno dell’ HTML ci sono immagini di sfondo, evitare di scrivere il testo in bianco o comunque dello stesso colore dello sfondo del <body>, perché gli utenti con il blocco delle immagini attivato sul proprio client di posta non visualizzerà il messaggio fino allo scaricamento delle immagini stesse. Le immagini di sfondo non si possono inserire nel foglio di stile, bisogna inserirle all’interno della cella. Tuttavia se possibile, evitare di inserire le immagini di sfondo perché possono aumentare la probabilità di avere problemi di visualizzazione.

Es.
<td background=”http://dominio.it/images/sfondo_main.jpg” bgcolor=”#dadada” align=”center” style=”padding: 0px; vertical-align:top; width:600px; height: 300px;” width=”600″ height=”300″>
<!–[if gte mso 9]>
<v:rect xmlns:v=”urn:schemas-microsoft-com:vml” fill=”true” stroke=”false” style=”width:600px;height:300px;”>
<v:fill type=”tile” src=”http://dominio.it/images/sfondo_main.jpg”/>
<v:textbox inset=”0,0,0,0″>
<![endif]–>
#CONTENUTO
<!–[if gte mso 9]>
</v:textbox>
</v:rect>
<![endif]–>
</td>

  1. Bilanciamento testo – immagini
    È meglio evitare di inserire solamente immagini nell’HTML, perché aumenterebbe di molto la probabilità che il messaggio finisca nello SPAM ed è meglio evitare la possibilità che le email siano apparentemente vuote, in quanto quasi tutte le applicazioni e i servizi webmail bloccano automaticamente il download e la visualizzazione delle immagini. Si consiglia, quindi, l’utilizzo del testo al posto delle immagini: le percentuali consigliate sulla composizione dell’email sono 60% di testo e 40% di immagini. Le immagini molto grandi andrebbero divise in due o più parti e poi composte usando una tabella.
  2. Denominazione immagini
    Assegnare a ogni immagine un nome significativo di quello che rappresenta. Evitare nomi del tipo: 001.gif, 002.gif, o foto1.jpg, foto2.jpg ecc. Questo accorgimento diminuisce il rischio che il messaggio venga considerato SPAM. Evitare di utilizzare spazi e lettere accentate nell’assegnazione del nome delle immagini. È invece possibile utilizzare caratteri come l’underscore (es. foto_vacanza.jpg).
  3. Caratteri
    Attenzione ai caratteri di Word (es. le virgolette, i puntini sospensivi, i trattini e gli apostrofi)! Sostituirli con i corrispettivi simboli digitati da tastiera.
  4. Testo link
    Non mettere come testo l’url del link. Ad esempio, evitare link del tipo: <a href=” http://www.contactlab.com/”>www.contactlab.com</a>. Alcuni programmi di posta diffusi, infatti, effettuano un controllo antiphishing che potrebbe segnalare come sospetto un link del genere. Meglio sostituirlo con del testo, come <a href=”http://www.tomato.it”>Tomato Interactive</a>.
    Si consiglia inoltre:
  • di inserire, ad inizio testo, la possibilità di visualizzare il contenuto sul web: un link che rimandi a una pagina fissa caricata sul server o il codice ${online_version_url}$, in modo da dare a tutti gli utenti l’opportunità di visualizzare correttamente la comunicazione
  • di inserire, in fondo alla comunicazione, il riferimento al Codice sul trattamento dei dati personali in materia di privacy
  • di inserire, in fondo alla comunicazione, il link che dia a tutti i contatti la possibilità di cancellarsi dalla newsletter.
  1. Peso consigliato
    Il peso massimo del codice HTML consigliato è di 60 KB. E’ bene evitare di superare i 100kb per essere sicuri che il messaggio non venga tagliato.
  2. Elementi da evitare:
  • Immagini mappate: non inserire immagini che contengono una mappa. Preferire invece la divisione dell’immagine e ricomposizione in una tabella collegando i singoli pezzi
  • Javascript: non inserire javascript nell’HTML del messaggio
  • Flash: non inserire file flash (.swf) nell’HTML. Se è proprio necessario introdurre elementi in movimento, usare le gif animate.

 

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PIESYNC+HUB adesso! Quick Start Guide

Hub è il modulo della piattaforma Contactlab Marketing Cloud che consente di raccogliere e integrare tutti i dati dei clienti disponibili da diverse fonti in un unico punto. Crea profili individuali e unificati, sempre aggiornati e immediatamente disponibili per le tue attività di marketing.

Grazie all’integrazione con PieSync è oggi possibile collegare Hub con più di 100 apps e sincronizzare, secondo le tue esigenze e in modo automatico, i dati di tutti i contatti sparsi nei diversi sistemi.

Tutto in modo intuitivo e immediato. Per partire subito, consulta la guida dedicata alla configurazione in pochi semplice passi.

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Non far bloccare le tue Facebook Custom Audience!

 

Il 1° ottobre è dietro l’angolo. Se non procedi subito a specificare l’origine dei dati per ogni tua Custom Audience attiva in Send, da lunedì non funzioneranno più.
A seguito di alcune modifiche ai termini di utilizzo del servizio Facebook infatti, l’aggiornamento si rende obbligatorio.
In Send è semplice e veloce, scopri come farlo seguendo il breve tutorial preparato appositamente.

Per permetterti di riconoscere immediatamente le Custom Audience su cui intervenire in Send, accanto ad ognuno puoi trovare un’icona con un punto esclamativo.

Procedi subito, non far bloccar alcuna campagna!

Per qualsiasi informazione o per richieste di supporto, il nostro Servizio Clienti è a tua disposizione.

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Non tutti i clienti che hanno smesso di acquistare, sono persi: crea campagne di re-engagement e riportali a bordo!

Obiettivo

Una situazione comune a molti brand è la presenza di clienti che con il tempo, tendono a diventare inattivi fino a smettere di acquistare, e spesso senza una vera e propria ragione.

Per l’azienda questo significa ovviamente una perdita importante soprattutto se moltiplicato per un numero significativo di contatti. Questi clienti potrebbero anche essere coloro che in passato acquistavano abitualmente, su cui si è investito, che sono entrati in contatto con il brand superando l’ostacolo iniziale della fiducia, e che piano piano si sono allontanati.

Tuttavia, qualsiasi sia il motivo, non tutti i contatti che risultano momentaneamente inattivi sono da considerarsi definitivamente clienti persi. Possono essere organizzate campagne specifiche di re-engagement nei loro confronti.

E la piattaforma di Marketing Cloud di Contactlab diventa un valido supporto per identificare il target corretto e attivare le iniziative opportune per riportarli a bordo.

Come ti può aiutare la piattaforma Contactlab Marketing Cloud?

  1. Attiva l’algoritmo CLV
  2. Crea il Customer Journey
  3. Individua i clienti inattivi e fai partire la campagna
  4. Misura i risultati 

 

  1. Attiva l’algoritmo per il calcolo del CLV

Con l’ausilio dell’algoritmo Customer Lifetime Value (conosciuto anche come CLV) attivabile nel modulo Data della Contactlab Marketing Cloud dai nostri Data Analyst, puoi individuare il cluster dei clienti inattivi o a rischio di diventarlo nel prossimo futuro e studiare delle iniziative per riconquistarli come ad esempio, inserirli in un customer journey o in un piano di comunicazione dedicato, rendendoli così protagonisti della tua campagna di re-engagement.

Ricorda: una volta conclusa l’attività di marketing è opportuno misurare i risultati, e quindi capire quanti clienti che risultavano inattivi, siano tornati a fare acquisti dalla partenza della campagna.

Ma procediamo con ordine.

Dopo aver effettuato l’accesso alla piattaforma e cliccato Data,  puoi visualizzare il catalogo di algoritmi a tua disposizione. Seleziona la scheda dell’algoritmo Customer Lifetime Value, verifica la frequenza di schedulazione ed eventualmente adattala alla tue esigenze, richiedendo l’attivazione dell’algoritmo al tuo referente Contactlab.

  1. Imposta il Customer Journey

Procedi ora con la creazione del flusso dell’automazione che il target, composto dai clienti precedentemente attivi e ora diventati inattivi, deve seguire.   

Seleziona l’opzione sorgente esterna e imposta la prima azione che può essere, per esempio, la prima email di nuovo contatto con il brand, in cui inviti i tuoi clienti a tornare a trovarti in store e per l’occasione, gli regali un buono sconto, ottenibile cliccando un link contenuto nella comunicazione stessa.

Nota: in questa fase è possibile richiamare direttamente i template creati in precedenza tramite PageBuilder oppure semplicemente inserire il template creato con un HTML editor esterno.

Crea poi uno step di controllo in cui effettui la prima distinzione tra coloro che cliccano il link dello sconto, e coloro che non hanno cliccato:

  • ai clienti che hanno cliccato, invia subito un messaggio di ringraziamento in cui alleghi lo sconto scaricabile e immediatamente utilizzabile. Inoltre, dopo aver impostato un blocco di attesa pari a una settimana, puoi mandare un reminder di invito in negozio a tutti coloro che hanno ricevuto il buono sconto
  • ai clienti che non hanno cliccato, qualche giorno dopo l’invio della prima email, imposti tramite uno step di attesa, la spedizione di una nuova email proponendo in modo diverso, lo stesso invito di tornare a trovarti. Imposta un blocco di fine per coloro che invece non aprono lo sconto proposto dopo una settimana dal secondo reminder.

Il Journey proposto è molto semplice, serve per condividere ancora di più le enormi potenzialità che la piattaforma Contactlab Marketing Cloud mette a disposizione abbinando la potenza dell’elaborazione di un algoritmo (CLV), la segmentazione avanzata su base anche comportamentale, la creazione di automazioni ad hoc e l’affidabilità di uno strumento di invio.

Si tratta di un esempio arricchibile a piacere.

  1. Crea il segmento degli inattivi e fai partire la campagna

A questo punto occorre individuare i clienti inattivi che devono essere dinamicamente inseriti nell’automazione precedentemente creata, man mano che avviene il cambio di cluster secondo i dati forniti dal CLV. Accedi a Plan e procedi alla creazione del segmento.

Ricorda: tutti gli algoritmi sono già ottimizzati per la tua industry grazie ai nostri Data Analyst, e i risultati sono automaticamente disponibili in Plan per attività di segmentazione.

Quindi: crea una nuova regola di insights personalizzata e seleziona come algoritmo il Customer Lifetime Value. Imposta poi il Cluster di spesa attuale uguale a Inactive e poni la condizione che siano persone che hanno effettuato un acquisto negli anni precedenti. Concludi poi la creazione del segmento.

Nota: il periodo temporale di riferimento dell’algoritmo, non è impostato manualmente in fase di creazione dei segmenti, ma viene definito dal Data Analyst di Contactlab in fase di attivazione dell’algoritmo in Data. La tempistica media utilizzata è un anno ma può variare a seconda delle caratteristiche del mercato di riferimento.

Una volta creato il segmento scegli di usarlo in una Pianificazione. Nella voce Quando impostala come Ripetizione e inserisci l’arco temporale in cui vuoi che la tua campagna di re-engagement rimanga attiva, la data in cui deve iniziare e quella in cui deve terminare.

In questo modo, quando un contatto rispetterà le condizioni da te impostate, ovvero attualmente inattivo, ma che in precedenza comprava, entrerà in automatico a fare parte del journey da te in precedenza creato.

Nella sezione Azione imposta la condizione Invia Contatti a una Automazione e seleziona l’automazione corretta. In questo momento, il segmento da te individuato in Plan, diventa sorgente della tua automazione e puoi iniziare ufficialmente la tua campagna di re-engagement.

  1. Misura i risultati

E come dicevamo all’inizio di questo articolo, una volta terminata la tua attività di marketing arriva il momento di verificarne i risultati.

La piattaforma può aiutarti anche in questo: sempre utilizzando Plan e l’algoritmo CLV è possibile identificare la parte del target della campagna che da inattivo ha concluso un nuovo acquisto.

Per verificare quanti contatti hanno cambiato il cluster di appartenenza uscendo dalla categoria inattivi, crea un nuovo segmento in Plan costituito da una nuova regola di Insights personalizzata e, dopo aver selezionato l’Algoritmo uguale a CLV, imposta il cluster di spesa attuale diverso da inactive. Cliccando il + a destra, imposta poi il valore precedente uguale a inactive. In questo modo puoi ottenere il delta dei contatti che precedentemente risultavano inattivi, ma che grazie alla tua campagna sono tornati a essere attivi, e valutare in questo modo l’efficacia della tua attività di marketing.

Da questo punto in avanti tocca a te mantenere attivo il rapporto recuperato con i tuoi contatti.

Per maggiori informazioni riguardo il CLV consulta la guida di Data. Per dubbi o domande contatta il nostro Servizio Clienti.

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Facebook Custom Audience: specifica l’origine dei dati in Send

Facebook ha recentemente modificato i propri termini di utilizzo del servizio e queste modifiche hanno un impatto sulle aziende che utilizzano l’integrazione tra il modulo Send della piattaforma Contactlab Marketing Cloud e le Custom Audience.

In particolare, Facebook richiede ora di specificare l’origine dei dati per ogni pubblico personalizzato: occorre infatti indicare se i dati dei contatti che si stanno caricando siano stati forniti:

  • direttamente dai propri clienti
  • da terze parti
  • una combinazione di entrambe le fonti.

Per far fronte alle nuove regole di Facebook, Send richiede ora di indicare l’origine dei dati in fase di creazione di una nuova sincronizzazione o modifica di una esistente.

Cosa devi fare se usi Send?

Sincronizzazioni create prima del 15 agosto 2018

Devi verificare ogni singola sincronizzazione e provvedere a indicare l’origine dei dati ove non sia presente. A partire dal 1° ottobre 2018, i pubblici personalizzati che ne sono sprovvisti non potranno più essere utilizzati.

Ecco come effettuare la modifica: nella sezione Configura > Integrazioni > Facebook dell’interfaccia di Send, selezionare la scheda “Pubblico personalizzato”. Cliccare il pulsante “Dettagli” alla destra di ciascun pubblico.

 

 

In quest’area è ora possibile scegliere dall’apposito menù a tendina l’origine dei dati per quel pubblico, e salvare l’impostazione:

 

 

Nuove sincronizzazioni

Anche in fase di creazione di una nuova sincronizzazione, il medesimo menù a tendina permette di indicare l’origine dei dati:

 

Per maggiori informazioni consulta la guida di Send o contatta il nostro Servizio Clienti.

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Hub e PieSync: sempre più opportunità per Hub!

Hub è ora integrato con PieSync e ha accesso a tutti i contatti disponibili in molte apps cloud, in tempo reale.

Grazie a PieSync, puoi avere a disposizione subito in Hub, i contatti presenti in un elevato numero di sistemi esterni, eliminando la necessità di importare ed esportare i dati rilevanti. Si tratta di una sincronizzazione automatica bidirezionale, ogni volta che aggiungi o modifichi un contatto nella tua rete.

integrazione

In questo modo è molto più facile raccogliere, archiviare, aggiornare e consolidare i dati dei clienti su tutti i sistemi connessi.

La configurazione è semplice e non richiede download o installazione poiché tutto è in cloud. Inoltre è possibile evitare duplicazioni già durante il processo di sincronizzazione tramite un confronto sugli indirizzi e-mail dei singoli contatti. Oltre a non dover più importare o esportare contatti, ci sono molti altri vantaggi tangibili dall’uso di questa integrazione. Ad esempio, è possibile condividere le informazioni in tutto il team, risparmiare tempo e denaro e ridurre gli errori nei dati causati da una sincronizzazione manuale.

Guarda il video per vedere quanto è facile attivare l’integrazione e quanto sarà utile per il tuo business.

 

Che cosa stai aspettando? Inizia ad arricchire e potenziare i profili dei clienti in Hub collegandoli con le numerose app cloud disponibili tramite PieSync.

Consulta il lungo elenco di sistemi che possono essere integrati con Hub grazie a PieSync e inizia subito a migliorare il tuo business.

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