Sai che Gmail influenza la tua deliverability?

Nel febbraio 2016 Google ha dichiarato di aver superato il miliardo di utenti Gmail attivi, una notizia impensabile quando anni prima è stata spedita la prima e-mail. Nel 2019 si conferma come il primo client di posta utilizzato nel mondo con uno share di mercato che sfiora il 30%, distaccando gli altri e-mail provider di molti punti percentuali – l’unica eccezione è Apple iPhone che si è mosso di pari passo ma questa è storia a sé.

Possiamo quindi dire in tutta sicurezza che anche tra i tuoi contatti, ci sono un numero significativo di persone che utilizzano un indirizzo di posta elettronica Gmail. Ed è per questo che Google si prende cura dei propri clienti.

Gmail infatti aggiorna quotidianamente i filtri di posta elettronica e li pensa per proteggere il più possibile le caselle. Come? In gran parte monitorando e reagendo alle azioni degli utenti verso le comunicazioni e-mail che ricevono.

Diventa quindi importante per i brand che vogliono utilizzare l’e-mail come canale di contatto, seguire alcune best practice che nascono anche dall’analisi del comportamento proprio di Gmail nei confronti delle e-mail.

Obiettivo dei brand: mantenere la reputazione del dominio sempre ai massimi livelli e permettere alle proprie e-mail di arrivare nell’inbox del maggior numero di contatti.

 

Gmail deliverability

Cosa puoi fare per aumentare il tasso di consegna delle tue e-mail verso account Gmail?

Per evitare che le tue e-mail siano bloccate e inserite nella cartella di spam, è necessario seguire qualche accorgimento. Esistono diverse aree su cui intervenire, alcune in carico ai brand, altre a eventuali ESP che vi supportano nelle attività di comunicazione marketing. Proviamo a vederne qualcuna insieme. Non è un’analisi esaustiva ma ci sono ottimi spunti per migliorare tassi di recapito, apertura e lettura delle e-mail. Partiamo.

Utilizza sempre lo stesso IP Address per evitare che Gmail ti classifichi come un nuovo sender e tu debba ricostruire la tua reputazione da capo. Nel caso sia necessario utilizzarne più di uno, associa ogni IP address a comunicazioni di tipo differente: di servizio, promozionali, newsletter, etc. E a questo proposito, il suggerimento è anche tenere lo stesso header: from per e-mail di categorie uguali.

In ogni caso, ricorda di razionalizzare gli invii di test che spesso impattano negativamente sulla reputazione del tuo dominio e attento ai volumi spediti: aumentali in modo graduale e monitora la situazione con Postmaster tools per intervenire subito in caso di criticità. Soprattutto la fase iniziale di nuovi invii richiede molta attenzione, la cosiddetta fase di onboarding ovvero quella in cui si iniziano a usare nuove liste per intenderci. Mentre una cattiva reputazione si ottiene purtroppo in pochissime mosse sbagliate, una buona reputazione si costruisce con tempo e fatica. E Gmail è molto rigida in questo senso.

Mantieni i contenuti delle tue comunicazioni il più possibile consistenti, non mischiare messaggi estremamente diversi nella stessa e-mail e attento ai domini inseriti nell’intero messaggio – anche per le immagini per esempio – perché per definire la reputazione, Gmail considera tutto. Inoltre mantieni un formato e-mail il più possibile aderente agli standard ma per questo puoi rivolgerti ai nostri consulenti.

Altra cosa, forse addirittura una delle più importanti. Ricordi quando abbiamo parlato recentemente di autenticazione delle e-mail? SPF, DKIM e DMARC?

Ecco, Google è molto attenta a questi aspetti ed è stata una dei primi provider a utilizzare SPF e DKIM sui messaggi. Inoltre è stata anche uno dei maggiori contributori di DMARC. Protegge i propri utenti da e-mail potenzialmente illegittime affidandosi a tali protocolli e per i sistemi di reputazione dei domini dei brand. Chiedici come fare e potremo supportarti in questo fondamentale passaggio.

E poi, attenzione, come dicevamo prima Gmail si fida ciecamente dei propri utenti, monitora il loro comportamento nella gestione delle e-mail e ad esempio, se qualcuno di loro non ha scelto esplicitamente di leggere le tue comunicazioni, con molta probabilità finiranno nella casella di Spam. Se le tue e-mail cominciano a essere riconosciute come indesiderate, in futuro accadrà sempre più spesso con effetti devastanti sulla tua reputazione oltre che sul successo delle singole campagne.

Prendi come buona pratica quella di richiedere sempre l’opt-in alle tue e-mail – ma non proporre form con le autorizzazioni precompilate, lascia che il tuo contatto decida e si senta libero – e dai l’opportunità di disiscriversi. Nel caso il tuo brand si affidi a ESP, accertati che siano predisposte caselle per gestire le segnalazioni di abuso e che monitori costantemente tutte le richieste dei tuoi contatti, incluso l’aggiornamento dei loro dati. Contactlab fornisce anche questo servizio.

Non affidarti a liste raccolte e vendute da terzi anzi, segmenta. Indirizza sempre più audience raffinate. Gmail ad esempio riduce i tassi di spam verso quei domini che hanno tassi di apertura delle e-mail superiori. Fai in modo che i tuoi contatti inseriscano il tuo brand fra i mittenti desiderati e non ti segnalino viceversa come spam.

Concludendo

Le variabili su cui lavorare per tenere alta la reputazione del tuo dominio e assicurare i migliori tassi di consegna possibili anche per gli utenti Gmail, possono essere raggruppati in macro-aree di intervento:

  • IP Address.
  • Autenticazione.
  • Engagement.
  • Opt-in.
  • Formato.

Non perdere tempo allora, ogni invio potrebbe essere un’occasione persa – o peggio – se non aderisci alle best practice che Gmail richiede. Chiamaci e i nostri esperti di deliverability sono a tua disposizione per studiare un piano di azione ritagliato sul tuo brand e sulle caratteristiche dei tuoi contatti e dei tuoi invii.

Offrendo tecnologia ed esperienza, Contactlab ha la soluzione corretta alle tue esigenze.

 

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